Luca Del Zozzo e Luca Rosetti, due navigatori per un progetto

Due uomini, due navigatori: Luca Del Zozzo ha invitato Luca Rosetti ad unire le forze per una sfida comune che continui nel tempo.

Il progetto, la missione è un double challenge sportivo e solidale: in mare per il CUAMM Medici con l’Africa. L’anagramma Race = Care è il nome e slogan del progetto che nell’opposizione di suoni racchiude l’unione dei cuori per veicolare messaggi di solidarietà.

Il mezzo è una barca, l’imbarcazione più piccola appartenente ad una classe, il Mini 650, nato per attraversare l’oceano. Il mare, l’oceano è il palcoscenico in cui si svilupperà la sfida dei navigatori, che gareggeranno per aiutare chi aiuta, in una sinergia di solidarietà.

Chi sono gli attori di questo progetto, come si sono avvicinati alla navigazione in solitario e alla Mini Transat? Ecco la loro storia, la storia di due uomini diversi, per età anagrafica, per esperienze in mare ma uniti da questo grande progetto.

Luca Del Zozzo e la passione per il mare

Luca Del Zozzo, classe 1962, nato a Forlì è il fondatore ed ideatore di Race = Care. Con una precedente partecipazione alla Mini Transat e molte migliaia di miglia percorse in Mediterraneo ed Oceano è il veterano.

La sua passione per il mare, come racconta Luca Del Zozzo, “non passa inizialmente per grandi esperienze agonistiche. Nasce cinquant’anni fa quando c’era ancora posto per le visioni romantiche, le versioni orali dei racconti e i libri dei navigatori. Un amico di mio padre ha trasmesso la passione alla nostra famiglia, quando io avevo cinque anni.

Anni dopo, questi amici di famiglia acquistarono una barca in alluminio, una delle prime costruite in un cantiere di Pesaro. Io da adolescente feci a bordo della loro barca una crociera di un mese e mezzo, molto avventurosa fino in Grecia. Non c’era ancora il gps, ma solo il Loran. Le informazioni meteorologiche erano scarse e affrontammo delle burrasche e mal tempo che ci coglievano a volte di sorpresa, ma fu un’avventura incredibile.

Erano i tempi d’esordio della navigazione da diporto che negli anni 70 stava appena nascendo in Italia. C’era molto pionierismo ed avventura nella scoperta ed era un’atmosfera molto bella ed affascinante e ne fui ammaliato. Inoltre, insieme completammo degli interni della barca, fu un’esperienza propedeutica per la mia vita di mare,” ricorda Del Zozzo.

 

Il sorriso di Del Zozzo

Una storia raccontata dalle barche

“La passione, le navigazioni ed il passo successivo fu di diventare armatori di un Flying Junior, la prima barca di famiglia. Era l’estate del 1975 e mio padre arrivò con la barca legata sul portapacchi dell’automobile, un’immagine da cartolina in bianco e nero. Ci preparavamo a vivere una vacanza diversa ed avventurosa tra soli uomini, mio padre, i miei due fratelli ed io.

Mia madre aveva deciso di cominciare a lavorare, dopo tanti anni dedicati esclusivamente alla famiglia e noi partimmo per una selvaggia baia sull’isola d’Elba. Mio padre da buon ingegnere applicò un metodo d’apprendimento scientifico e insieme mettemmo in pratica la teoria che aveva appreso dai tanti manuali letti.

Fui l’unico dei miei fratelli a portare avanti quel testimone che mio padre ci aveva teso e continuai con lui ad imparare a navigare. Ma non mi trasmise solo i rudimenti della vela, con lui in mare appresi anche il senso di libertà e di avventura. Durante l’inverno mi prendevo cura della barca in garage, che era diventato il mio cantiere casalingo e lì imparai di quanta cura necessitano le barche. Amore corrisposto in estate quando, navigando in compagnia o in solitario, la barca mi regalava emozioni che hanno aperto spazi infiniti nella mia anima.” Ricorda Luca Del Zozzo.

Un difficile equilibrio tra carriera e mare

“Seguirono gli studi universitari e mi immersi completamente in questo fino al raggiungimento della laurea, anche per onorare l’impegno preso con mia nonna Maria. Poi il richiamo del mare tornò a sconvolgere la mia vita e mi sospinse a cavalcare le onde su un 470. Affinai la parte più tecnica e sportiva e fu per me il periodo della velocità e delle regate che poi proseguì sulle barche grandi.

Partecipai a regate in equipaggio IOR e ai vari campionati zonali e nazionali fino ad arrivare a ruoli di gestione su barche armatoriali. Dentro di me però ero diviso tra carriera e mare, responsabilità e libertà e cercai un equilibrio, una rotta di compromesso,” racconta Luca Del Zozzo.

 

Del Zozzo, in navigazione in solitario

Il senso di Luca Rosetti per il mare

Luca Rosetti, classe 1995, è nato a Bologna ed è una giovane promessa anche se ha già partecipato alla Mini Transat del 2019. È un marinaio appassionato ed esperto, istruttore FIV ed istruttore della classe Mini del nord Adriatico. Il mare lo frequenta fin da bambino: “Sono da sempre amante del mare e dell’acqua, benchè sia nato a Bologna.

Fin da piccolo i miei genitori mi portavano in piscina perché imparassi a nuotare e i miei nonni avevano una casa al mare. Passavo lì quasi tutta l’estate e mia mamma mi propose invece di stare sempre in spiaggia se volevo fare un corso di vela. Iniziai a fare un corso al Circolo del Savio, quello che era più vicino a casa nostra. Lì lavorava come istruttore anche Matteo Rusticali, figura molto importante e presente, sia nella mia storia velica, che da minista.

La prima settimana di corso non mi divertii, mi sembrò difficile gestire da solo un elemento esterno come un Optimist. Poi l’ultimo pomeriggio ho iniziato a capire e a fare i primi bordi tra le boe e da lì non sono più sceso, letteralmente. Dopo vari centri estivi e corsi base, passai al Circolo di Cervia dove c’era una forte squadra agonistica.

Ero deciso, anni dopo mia mamma mi raccontò che le dissi: “Non solo farò regate ma io vincerò il Campionato Italiano”. Dovetti guadagnarmi a fatica il posto in squadra e grazie anche all’allenatore Mauro Berteotti che ammiro molto crebbi sia a livello velico che personale. Dopo l’Optimist continuai con il Laser e poi provai a fare match race ma ero affascinato dalle storie di mare e avventura. Sentivo un forte richiamo, verso le lunghe navigazioni e l’oceano,” racconta Luca Rosetti.

 

Rosetti e la passione per il mare

 

Un futuro da navigatore solitario

Luca Rosetti e Luca Del Zozzo si sono conosciuti molto tempo prima di pensare a questa collaborazione. Li unisce un fil rouge che ora li vede da attori di un progetto comune e Del Zozzo è stato ispirazione per Rosetti.

“La prima volta in cui ho sentito parlare dei Mini 650 e della navigazione in solitario avevo circa dieci anni. Luca Del Zozzo partecipava ad una conferenza al Circolo di Cervia e raccontava della sua prima Mini Transat con il Pogo 2. Il suo racconto mi ha colpito molto e mi sono chiesto come facesse a gestire una barca con sette vele, in oceano.

Per me era già difficile gestire l’Optimist, una barca semplice. Pensavo a come erano le lunghe navigazioni in cui sono da considerare anche i fattori sonno, cibo, solitudine. Da un lato mi sono detto “ci vuole tanto allenamento per farlo” e dall’altro è scattata la prima molla “ci vorrei provare,” racconta Luca Rosetti.

“Il mondo dell’altura mi sembrava molto lontano, in termini fisici, dall’Adriatico dove mi stavo formando, quello dei Mini è un mondo francese. La navigazione oceanica mi sembrava quasi irragiungibile in termini di conoscenze ed esperienze, e anche da punto di vista economico ma ero ancora piccolo.”

Comunque, questo sogno primordiale mi ha spinto a leggere ed informarmi sulle in regate dei Mini 650 e sulla Mini Transat. Nel frattempo, è nato il progetto di Michele Zambelli, che essendo vicino a me geograficamente, è romagnolo e per età mi ha dato speranza.

Mi ha ispirato anche il progetto Mini di Matteo Rusticali, per me un mentore e una figura di riferimento. È stato il mio istruttore di vela e mi ha fatto il corso per diventare aiuto istruttore di primo livello. Quindi è stato molto presente nella mia vita velica,” racconta Luca Rosetti.

 

Rosetti, gli inizi sulle derive

La navigazione in solitario per Luca Del Zozzo

Luca Del Zozzo era combattuto tra la sua strada professionale da ingegnere e la passione viscerale per il mare. Da un lato giacca e cravatta e responsabilità, dall’altro cerata e stivali e un mondo di libertà e scoperte. Quell’equilibrio in cui viveva a fatica si spezza quando apprende la morte di un grande navigatore, molto amato da Luca: Simone Bianchetti.

“Simone Bianchetti pur non sapendolo, aveva in delega una parte della mia vita. Il suo esempio nutriva la parte di me che avrebbe voluto abbandonare la “divisa” di ingegnere per indossare la veste del marinaio. La sua morte improvvisa mi fece capire quanto coraggio serve per vivere e che si ha tempo limitato a disposizione per farlo. Da quel momento cercai un rapporto sempre più intimo con il mare, ci entrai sempre più dentro fino a sentire quasi di farne parte.” Racconta Luca Del Zozzo.

Una delusione con un armatore che prometteva una stagione intensa di regate in equipaggio ma poi rinunciò, fu il colpo di grazia. Luca Del Zozzo, deluso, decise di abbandonare il mondo, superficiale e inutilmente caotico, delle regate di flotta. Con un amico in sintonia con le sue idee si misero alla ricerca della barca giusta per le regate in doppio.

 

Simone Bianchetti, il ricordo di un grande navigatore

L’entrata nel mondo dei Mini 650

Il destino guida i due amici a Monfalcone per vedere una barca di 35’ al cantiere di Gardossi. Claudio sentite le esigenze dei due futuri navigatori, armatori, li indirizza con decisione: ”La barca per voi è un Mini 650!”

“Quando Gardossi disse Mini 650 dentro di me si accesero degli input, delle luci. Rividi quella stessa barca appartenuta a Simone Bianchetti ormeggiata sul porto canale di Cervia, quando era tornato dalla sua prima Mini Transat. Sentii che era la strada giusta da percorrere e con l’amico fraterno di tante navigazioni ci ritrovammo in Bretagna a cercare “La barca”.

Dopo studi ed osservazioni ci orientammo a comprare un Pogo 2, l’eccellenza della Classe Mini 650 e la scelta cadde sul 686, progetto Finot. Queste imbarcazioni si riconoscono per il numero progressivo assegnato dalla Classe Mini 650,” racconta Luca Del Zozzo.

Il desiderio di Luca Del Zozzo di navigare, solo, in Atlantico

“Dalle prime navigazioni in doppio la semplice voglia di navigare con un amico si trasformò in desiderio di spingermi oltre i miei limiti. Iniziai a regatare con altri ministi che progettavano di partecipare alla Mini Transat e il tarlo di farla cominciò ad insinuarsi nei miei pensieri. Finchè presi la decisione di partire per la Mini Transat del 2009, anche per riprendermi dal grande vuoto lasciato dalla scomparsa di mio padre. Mi trasferii in Francia, a Pornichet, per prepararmi e fui il primo tra gli italiani ad allenarmi in Bretagna.

Il salto nel blu dalla Francia al Brasile fu un’esperienza intensa e il desiderio di ripeterla era vivo da tanti anni. Finalmente ho preso il coraggio di ritirarmi dalla vita professionale di ingegnere e da questa scelta è rinata l’idea di partire. Ora con questo progetto Race=Care vorrei ripercorrere quella scia che ho lasciato undici anni fa, per riviverla in maniera diversa, al servizio degli altri.” Conclude Luca Del Zozzo.

 

Del Zozzo, panoramica all’interno del Mini 6.50

Il significato di navigare  in solitario per Luca Rosetti

Dai primi bordi sull’Optimist con la difficoltà di gestire una barca da solo, all’esperienza sul Laser, Luca Rosetti matura la sua autonomia. Inizia anche ad apprezzare e amare questo modo speciale di navigare.

“La navigazione in solitario mi affascina, poiché una volta che sei in mare devi dipendere solo da te stesso, dalle tue decisioni. Maggiore è stata la mia conoscenza e presenza nel mondo dei Mini 650 più ho capito che quest’affermazione è vera.

Mi sono reso conto però, come dico anche presentandomi in pubblico, che per fare i solitari non si può essere soli. È necessario invece avere un team, degli sponsor, dei compagni di classe che lavorano con te e ti sostengono. Questa solidarietà a terra e in mare mi affascina e ho sentito che è un valore vero e vivo.

Nel 2019 ho realizzato il sogno di partecipare alla Mini Transat e ho testato di persona lo spirito di unione nella Classe Mini 650. In mezzo al mare se avevi un problema o eri in crisi c’era sempre qualcuno pronto ad aiutare e a ragionare insieme per risolvere la situazione. Lo stesso vale a terra, fin dalla costruzione di un progetto, soprattutto quando sei giovane, con poca esperienza e poche risorse economiche,” racconta Rosetti.

 

Rosetti, arrivo prima tappa Mini Transat

Verso un progetto strutturato ed ambizioso

Dopo la prima Mini Transat “di prova”, Luca Rosetti con la sua tenacia e coraggio vorrebbe costruire un progetto più strutturato.

“L’invito di Luca Del Zozzo ad unire le forse per un progetto comune con continuità nel tempo mi ha trovato pronto, era quello che desideravo. Dopo la prima Mini Transat, era grande il desiderio di rifarla ma avevo escluso di partecipare nel 2021 soprattutto per problemi di budget.

Poi volevo costruire un progetto serio, con una barca di nuova generazione e competitiva, con gli allenamenti, per poter puntare ad un risultato ambizioso. Dopo aver fatto una Mini Transat come esperienza e come avventura, bisogna farne la successiva puntando oltre, per ottenere un risultato sportivo. Il programma con Luca Del Zozzo è di aiutarlo nelle regate in doppio per la sua campagna fino alla partecipazione alla Mini Transat del 2021. Nel biennio successivo sarò io lo skipper. Mi preparerò per la traversata atlantica del 2023, con Luca Del Zozzo o con un altro co-skipper, ” conclude Luca Rosetti.

Il sogno di navigare per aiutare chi aiuta gli altri

Il sogno dei due navigatori solitari si spinge oltre con la volontà che questa collaborazione nata tra loro diventi un esempio da seguire.

“Con l’esperienza accumulata al tempo della prima traversata, desidero che questa campagna di Mini Transat abbia un respiro completamente diverso. Non è più il tempo di incentrare sulla mia sola figura di navigatore questo nuovo progetto. Penso e vorrei sviluppare piuttosto le tante opportunità collegate a questo tipo di esperienza. Prima tra tutte ci impegneremo a favore del Cuamm Medici con l’Africa per garantire a mamme e bambini una vita più dignitosa.

Medici con l’Africa Cuamm è la prima organizzazione italiana, che festeggia 70 anni, nata per promuovere e tutelare la salute delle popolazioni africane. L’obiettivo del Cuamm è portare cure e servizi nelle aree più povere del mondo, principalmente nell’Africa sub-Sahariana. Molte persone, più di 1600, operano in collaborazione con medici ed infermieri locali negli ospedali, nelle scuole ed università.

In particolare, con Race=Care vorremmo sostenere l’iniziativa “Prima le mamme e i bambini, 1000 di questi giorni”, per garantire loro interventi nutrizionali e assistenza sanitaria. La campagna nata nel 2017 ha l’obiettivo di sostenere le mamme fin dalla gravidanza e i bambini nei primi due anni di vita.” Precisa Luca Del Zozzo.

 

Del Zozzo e Rosetti, un progetto ambizioso Race=Care

Insieme per navigare: un centro d’altura per professionisti ma anche per appassionati

“Poi mi piacerebbe diventassimo un riferimento per chi vuole avvicinarsi a questa esperienza. Immagino una base italiana di vela d’altura basata in Francia a Lorient che è la zona di mare ideale dove allenarsi. Vorrei non tutti dovessero ripercorrere la stessa strada, rifare gli stessi errori, perdere del tempo prima di finalizzare dei risultati sportivi di livello.

Mi piacerebbe convogliare la mia esperienza per aiutare chiunque desideri avvicinarsi a questa realtà. Dai sognatori magari giovani e con poco budget agli armatori che non hanno tempo di gestire da soli la loro barca. Dopo le derive i giovani non hanno molte alternative e scuole che li indirizzino alla vela d’altura, così a volte il percorso si interrompe.

La mia idea è un profilo tecnico alto, senza troppo romanticismo ma con la possibilità di poter competere anche con i colleghi francesi. L’idea è di creare un team che continuerà dopo di me con Luca Rosetti. Sarà aperto ad altri armatori anche con altre imbarcazioni, oltre ai Mini 650 anche Figaro e Class40,” racconta Luca Del Zozzo.

“Mi unisco alla voglia, al desiderio e all’obiettivo di non fermarsi solo alla Mini Transat. Con Luca Del Zozzo vorremmo creare un progetto che prosegua nel futuro, coinvolgendo altri skipper. Per questo credo fermamente nel progetto Race = Care. Non si limita ad un solo navigatore, ad un Mini 650, ad una campagna di pochi anni, ma punta a crescere e creare qualcosa.

Una sorta di scuderia che porta a creare un percorso autonomo a vari skipper in diverse classi, accomunati dalla passione per la navigazione.” Conclude Luca Rosetti.

(Margherita Pelaschier, editor Barca a Vela)